Modelli di condivisione. La mobilità sostenibile dallo sharing al metaverso by Matteo Tanzilli

Modelli di condivisione. La mobilità sostenibile dallo sharing al metaverso by Matteo Tanzilli

autore:Matteo Tanzilli [Tanzilli, Matteo]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Business & Economics, Industries, Transportation, Development, Sustainable Development, Computers, Computerized Home & Entertainment, Social Science, Media Studies
ISBN: 9788861058644
Google: DIt-zwEACAAJ
editore: Luiss
pubblicato: 2022-11-15T18:14:28+00:00


Il primo pilastro – Avoid – corrisponde alla necessità di ridurre la quantità di spostamenti motorizzati, limitandone inoltre la durata e la distanza, e creando al contempo maggiori collegamenti tra i distretti residenziali, lavorativi e ricreativi.

Il secondo pilastro – Shift – si riferisce alla possibilità di incentivare il ricorso a modalità di viaggio a basse emissioni nocive, come il trasporto pubblico, lo sharing e la mobilità dolce.

Infine, il terzo pilastro – Improve – riguarda il miglioramento dell’efficienza dei veicoli, dei carburanti e l’ottimizzazione infrastrutturale, ricorrendo, ove possibile, alle fonti di energia rinnovabili.

Tale strategia affronta in maniera olistica e trasversale gli impatti generati dalla congestione stradale, contemplando, allo stesso tempo, la diffusione di un approccio comunicativo e educativo volto a migliorare le condizioni di vita dei cittadini e delle aree urbane.

Per raggiungere un’inversione di rotta concreta nelle abitudini di mobilità è necessario investire sull’educazione ambientale sin dall’età scolare, con lo scopo di sensibilizzare le nuove generazioni e promuovere una – per dirla in termini filosofici – Weltanschauung o concezione del mondo rispettosa dell’ambiente, della persona e degli spazi pubblici, puntando sull’attuazione di comportamenti coscienziosi dal punto di vista etico-civile.

Il cambio modale in favore dei mezzi di trasporto pubblici o di micromobilità è subordinato all’elaborazione di un’accurata strategia comunicativa che ne faccia emergere i vantaggi ambientali, economici e sociali. Affinché tale strategia sia efficace, è necessario che vengano responsabilizzati i “cittadini e viaggiatori del domani”, trasmettendo loro i valori della sostenibilità e dell’economia circolare prima che la chimera dell’automobile di proprietà si imponga nel loro inconscio. Dunque, la comunicazione deve essere calibrata su questo target utilizzando il linguaggio delle nuove generazioni.

La scuola giocherà un ruolo di primario ordine, conformandosi come partner d’elezione nell’educazione ambientale e come luogo ideale in cui promuovere un’esperienza democratica della sostenibilità.

Pertanto, quanto finora esposto fa emergere in maniera lapalissiana che il grimaldello capace di scardinare l’attuale e atavico paradigma di mobilità è rappresentato dal connubio tra una normativa solida e la volontà della comunità civile, al fine di creare un tessuto urbano maggiormente incentrato sull’equità e sulla coesione sociale.

In tale contesto, risulta imprescindibile avvalersi di figure di raccordo in grado di affiancare alla pars destruens di individuazione delle problematiche, una pars costruens fondata sul dialogo tra decisore politico e utente finale, espressione di una dottrina, il mobility management, volta al benessere del cittadino e della collettività di cui è parte integrante.

La figura del mobility manager (MM) affonda le sue radici nel decreto interministeriale del 27 marzo 1998, conosciuto come decreto Ronchi, che all’art. 3, comma 1, introduceva la figura professionale del responsabile della mobilità aziendale. Il citato decreto era volto alla promozione del trasporto pubblico come principale vettore di mobilità e invitava le amministrazioni locali a implementare gli interventi più idonei per la riduzione delle emissioni climalteranti nel rispetto degli impegni assunti con la ratifica del Protocollo di Kyoto (1997). Inoltre, prevedeva il coinvolgimento e la collaborazione tra enti pubblici e mondo dell’impresa, con lo scopo di definire strategie e interventi condivisi sul tema della mobilità. Veniva poi



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